Sciacca Cittadina della Sicilia, in provincia di Agrigento, è situata a 60 km dallo stesso capoluogo di provincia, su una lieve altura che sovrasta il Canale di Sicilia.
L’abitato, assai caratteristico, presenta fondamentalmente tre livelli: una parte bassa, con il porto peschereccio; una mediana, che in pratica corrisponde al centro storico; una alta, presso e oltre la cinquecentesca cinta muraria, dove si sono espansi i nuovi quartieri.
Molteplici sono le testimonianze storiche e artistiche: di fondazione normanna è il Duomo, (riedificato nel Settecento), così come la chiesa di Santa Maria di Valverde; in stile tardo-gotico sono invece il bel Palazzo Steripinto, con la facciata a bugnato, e la chiesa di Santa Margherita.
L’economia, come in precedenza esposto, poggia sul turismo balneare e termale, sull’attività peschereccia con le aziende conserviere sull’agricoltura (cereali, uva, olive, prodotti ortofrutticoli) e sull’artigianato (ceramiche artistiche).
Le stufe di San Calogero
Sono grotte naturali che si aprono sulle pendici del monte San Calogero – sopra Sciacca, nella Sicilia sud-occidentale – e dalle quali fuoriescono flussi di vapore le cui proprietà terapeutiche sono note dall’antichità. Tra il 5000 e il 2000 a.C., prima che dalle grotte cominciasse a sprigionarsi il vapore, le cavità furono utilizzate a scopo abitativo da genti preistoriche.
Le numerose vene di acque termali che vengono alla luce alle pendici meridionali
del monte San Calogero sono state in parte sfruttate a scopo terapeutico sin dall’antichità.
Fenomeni di carattere carsico interessano i calcari del monte, con formazione di grotte e sistemi reticoliformi, soprattutto evidenti lungo il grande strapiombo del versante meridionale dove, in prossimità della vetta, flussi vaporosi fuoriescono dalle cavità rocciose delle quali la più importante e conosciuta è denominata stufe di San Calogero.
Si tratta di un inghiottitoio fossile originariamente situato nella parte superiore di una galleria principale est-ovest, lunga 55 metri, aprentesi nella parete della montagna con cinque lunghe aperture di altrettante caverne.
La ricerca archeologica degli ultimi decenni ha dimostrato, con la scoperta e lo scavo di un ricco deposito preistorico, la frequentazione della galleria superiore a scopo di abitazione a partire dall’inizio del Neolitico siciliano sino al termine dell’Eneolitico (dal 5000 al 2000 a.C.).
Le stufe di San Calogero, inoltre, hanno rivelato alla ricerca speleologica ulteriori aspetti che riguardano la più antica frequentazione umana.
Appare chiaro che il motivo che indusse le genti preistoriche ad abbandonare le grotte alla fine del III millennio a.C. e per tutta l’età del Bronzo dovette essere l’insorgere del fenomeno vaporoso che non ne consentiva più l’abitazione.
La frequentazione della grotta Superiore fu ripresa in epoca greca per scopi terapeutici.
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