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La Città di Sciacca vista dal mare

La Città di Sciacca vista dal mare

giovedì 29 aprile 2010

Per "risollevare" Sciacca.

Consapevole dei valori naturali, storici ed artistici che la città di Sciacca rappresenta nel suo scenario esprimo la più viva preoccupazione per lo stato di degrado geologico che negli ultimi mesi si è venuto a determinare, compromettendo la sopravvivenza di una delle zone più conosciute ed ammirate del Mezzogiorno d'Italia.
Ricordando l'analoga situazione sofferta a suo tempo da molte città tra cui una delle tante che mi viene in mente è quella di Matera con i suoi "Sassi", poi risanata, soprattutto grazie all'inserimento di quel sito nel "Patrimonio Universale dell'Unesco" la redazione con la diffusione capillare di questo blog, desidererebbe rivolgere un sincero appello affinché Sciacca possa godere dello stesso privilegio, e sollecita l'adesione di quanti, provenendo dalla Sicilia o ad essa legati, si sono distinti nella promozione dei beni culturali in Italia e nel mondo.


I motivi per "visitare e conoscere" Sciacca.

Sciacca ha conosciuto una rilevante notorietà in tutto il mondo per le sue straordinarie bellezze naturali e architettoniche. Il centro storico è ricco di chiese delle varie epoche e di suggestivi palazzi nobiliari che custodiscono al loro interno preziosi arredi urbani in ottime condizioni.
All'esterno di questi palazzi si possono ammirare i bellissimi balconi e gli imponenti portali posti all'ingresso dei palazzi, costruiti da abili artigiani.
Il tutto racchiuso in un labirinto di stradine strette che si aprono in piazzette stupende e che improvvisamente si affacciano sul mare sottostante o su suggestivi terrazzi.
Molti palazzi nobiliari, la Piazza principale e molti Viali sono stati costruiti in modo che si aprono direttamente su uno degli angoli più belli del Mar Mediterraneo.

Massimo Busonera

mercoledì 28 aprile 2010

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La Città di Sciacca

Sciacca Cittadina della Sicilia, in provincia di Agrigento, è situata a 60 km dallo stesso capoluogo di provincia, su una lieve altura che sovrasta il Canale di Sicilia.
L’abitato, assai caratteristico, presenta fondamentalmente tre livelli: una parte bassa, con il porto peschereccio; una mediana, che in pratica corrisponde al centro storico; una alta, presso e oltre la cinquecentesca cinta muraria, dove si sono espansi i nuovi quartieri.
Molteplici sono le testimonianze storiche e artistiche: di fondazione normanna è il Duomo, (riedificato nel Settecento), così come la chiesa di Santa Maria di Valverde; in stile tardo-gotico sono invece il bel Palazzo Steripinto, con la facciata a bugnato, e la chiesa di Santa Margherita.
L’economia, come in precedenza esposto, poggia sul turismo balneare e termale, sull’attività peschereccia con le aziende conserviere sull’agricoltura (cereali, uva, olive, prodotti ortofrutticoli) e sull’artigianato (ceramiche artistiche).



Le stufe di San Calogero


Sono grotte naturali che si aprono sulle pendici del monte San Calogero – sopra Sciacca, nella Sicilia sud-occidentale – e dalle quali fuoriescono flussi di vapore le cui proprietà terapeutiche sono note dall’antichità. Tra il 5000 e il 2000 a.C., prima che dalle grotte cominciasse a sprigionarsi il vapore, le cavità furono utilizzate a scopo abitativo da genti preistoriche.
Le numerose vene di acque termali che vengono alla luce alle pendici meridionali
del monte San Calogero sono state in parte sfruttate a scopo terapeutico sin dall’antichità.
Fenomeni di carattere carsico interessano i calcari del monte, con formazione di grotte e sistemi reticoliformi, soprattutto evidenti lungo il grande strapiombo del versante meridionale dove, in prossimità della vetta, flussi vaporosi fuoriescono dalle cavità rocciose delle quali la più importante e conosciuta è denominata stufe di San Calogero.
Si tratta di un inghiottitoio fossile originariamente situato nella parte superiore di una galleria principale est-ovest, lunga 55 metri, aprentesi nella parete della montagna con cinque lunghe aperture di altrettante caverne.
La ricerca archeologica degli ultimi decenni ha dimostrato, con la scoperta e lo scavo di un ricco deposito preistorico, la frequentazione della galleria superiore a scopo di abitazione a partire dall’inizio del Neolitico siciliano sino al termine dell’Eneolitico (dal 5000 al 2000 a.C.).
Le stufe di San Calogero, inoltre, hanno rivelato alla ricerca speleologica ulteriori aspetti che riguardano la più antica frequentazione umana.
Appare chiaro che il motivo che indusse le genti preistoriche ad abbandonare le grotte alla fine del III millennio a.C. e per tutta l’età del Bronzo dovette essere l’insorgere del fenomeno vaporoso che non ne consentiva più l’abitazione.
La frequentazione della grotta Superiore fu ripresa in epoca greca per scopi terapeutici.